In questa giornata ci siamo trovati tutti insieme a condividere un momento per noi tutti assolutamente surreale.
In un aeroporto come Malpensa, gli unici rumori che potevamo udire erano l’eco dei nostri schiamazzi ed il motore del “potente mezzo meccanico” con cui il nostro Giorgio, ci ha accompagnato in lungo ed in largo per la strada perimetrale.
Si, perchè proprio oggi l’aeroporto ha subito il terzo giorno di chiusura consecutivo, a causa del blocco dello spazio aereo europeo e del nord Italia.
Oserei definire “grottesco” il silenzio che tutt’intorno ci ha accompagnato per tutta la giornata.
Incredibile è stato poter osservare i piazzali della cargo city colmi di B747 fermi da giorni, in attesa di partire chissà quando.
E noi eravamo lì, sotto queste meraviglie alate, a fotografare in tutta libertà, senza nulla intorno e con tutto il personale di terra lontano per cause di forza maggiore.
Sempre osservando le consuete misure di sicurezza, Giorgio ci ha accompagnato in una collezione di “cartoline” dei più grossi mezzi mai visti in tale quantità alla Malpensa.
E’ stato come fotografare delle sculture all’interno di un museo.
Ogni aeromobile giaceva lì immobile da giorni; facevano bella mostra le coperture per le turbine e sulle sonde Pitot che per tutto il tempo devono preservare questi delicati meccanismi da ogni agente atmosferico.
In questa generale incertezza, una sola cosa è da sempre stata sicura per noi tutti ……… che nella disgrazia, a noi comunque e come sempre, è andata benissimo; dopo pioggia, neve e nebbia, abbiamo affrontato anche le ceneri del vulcano Islandese (non oso neppure scrivere il suo nome impronunciabile, ndr), uscendone a testa alta.
Un pensiero va a coloro che hanno vissuto questo serio disagio su cui mi permetto di sdrammatizzare un pochino; per noi tutti comunque è stata un’esperienza da ricordare che sicuramente non si ripresenterà a breve, visto che il vulcano si è svegliato dopo ben 200 anni.