Sì, avete proprio letto bene il titolo, non si tratta di un errore grammaticale ma di una personale definizione che ho voluto dare all’aeroporto di Zurigo, dove abbiamo fatto nuovamente visita e……….capirete meglio leggendo l’articolo. Durante questo nostro breve soggiorno in territorio elvetico, in virtù dell’esperienza maturata l’anno precedente, abbiamo deciso di puntare i nostri obiettivi fotografici da posizioni diverse e più difficilmente accessibili.
Appena giunti in area aeroportuale, non potevam non sostare nella location privilegiata da tutti gli spotters, l’Heli Grill che era insolitamente affollato. Abbiamo iniziato a fotografare gli aerei sulle piste 28 e 16 con il 380 Singapore di sfondo; come di consueto, la carrellata di A330 e A340 Swiss non si è fatta attendere.
Un caldo sole ci ha accompagnato per tutta la prima parte della nostra visita; abbiamo poi deciso di affrontare la sessione pomeridiana, cercando una singolare collinetta, raramente menzionata nei vari siti di spotting. Questa collinetta dà l’opportunità di vedere in maniera ravvicinata (un ottica da 200mm è sufficiente) gli allineamenti sulla testata della pista 16 prima del decollo.
Dopo un breve girovagare per stradine di campagna e villaggi, abbiamo percorso una serie di sentieri a piedi sino ad arrivare al punto tanto desiderato. Qui ci si trova a circa 300 metri dalla soglia della pista 16; oltre agli allineamenti, è possibile anche fotografare gli atterraggi sulla medesima pista, con il sole pomeridiano sempre a favore.
Dopo aver fotografato la chicca dell’A340 Swiss livrea San Francisco, ci siamo mossi verso l’altro punto più importante di Zurigo, il parcheggio sulle testate delle piste 14 e 16. All’ombra degli alberi lungo il piazzale, con una fresca birretta in mano, abbiamo terminato la sessione pomeridiana della nostra giornata, prima di affrontare quella serale.
Questa volta abbiamo deciso di tornare all’ultimo piano del parcheggio P1 armati di treppiedi per immortalare i piazzali di notte. Purtroppo però la penuria di traffici serali e la scarsa presenza sui piazzali degli aeromobili non ci ha dato grande soddisfazione ed il bottino è stato misero.
Stanchi e un pò delusi da questa mancata aspettativa, ci siamo alzati il mattino seguente, per immortalare l’atterraggio del Singapore A380 in arrivo alle ore 8 dall’Heli Grill. Nonostante l’orario, la presenza degli spotters era già copiosa; la forma del 380 era già visibile da miglia di distanza. La bassa attaccatura alare ed il suo corpo allungato verso l’alto sono balzati subito ai nostri occhi; non c’era alcun dubbio che il gigante del cielo sarebbe atterrato sulla pista 34 a poche decine di metri da noi.
E così è stato; quale migliore maniera di iniziare una giornata! Centrato in pieno il nostro bersaglio, ci siamo subito diretti al Terminal per giocare il vero “asso nella manica” della nostra visita a Zurigo, ovvero la “Zuschauerterrasse E”; letteralmente la “terrazza di osservazione E”. Occorre sapere infatti che a Zurigo è possibile accedere ad una terrazza al centro dell’area aeroportuale, interamente dedicata all’osservazione degli aeromobili. A questo complesso non accedono i passeggeri ma solamente coloro che decidono di dedicarsi esclusivamente alla visione dei piazzali. Si tratta infatti di una struttura a due piani accessibile tramite un autobus navetta che ogni 30 minuti compie un percorso interno all’aeroporto.
Per raggiungere l’autobus navetta è sufficiente parcheggiare l’auto al parcheggio P1 o P2, scendere al livello stradale più basso e seguire le indicazioni per la corsia dei taxi posta più a sud della carreggiata. Al termine di questa corsia, sul lato di destra per chi proviene da nord, si trovano le indicazioni per l’ “observation deck”.
Appena entrati in un ufficio, un semplice distributore automatico eroga per soli 2 CHF il biglietto per il paradiso! Emesso il biglietto, si transita per un controllo dei propri effetti personali ed attrezzature tramite metal detector e poi, dopo una breve attesa, si può prendere il bus navetta da circa 50 posti o poco più. Dopo meno di 10 minuti si giunge all’edificio di osservazione e con un ascensore si sale a circa 20 metri da suolo e si apre il vero panorama.
La terrazza è davvero ampia; compie un giro di oltre 270 gradi tutt’intorno ai piazzali sottostanti al Deck E. Buona parte di essa è coperta da una struttura a pannelli fotovoltaici; in zona coperta si trova anche l’accumulatore di energia che informa sullo stato di carica delle batterie. Tutto il resto è cintato e sono presenti in gran quantità panchine e punti di attesa. Al centro, su una superficie morbida, si trovano inoltre una serie di giochi per bambini e nella parte coperta vi sono dei moderni servizi igienici e dei distributori di alimenti e bevande. Ad ogni angolo si trovano dei potenti e funzionali cannocchiali ad uso gratuito e un grosso box con un pulsante “ATC Live!” che, se premuto, diffonde le comunicazioni degli ATC ai traffici.
Insomma, ce nè davvero per tutti i gusti, senza contare il fatto che i cockpit degli aerei si trovano in linea d’aria a meno di 30 metri. In questa location davvero non c’è nulla e nessuno che possa resistere al fascino delle nostre stupende macchine volanti anche perchè è una delle rare occasioni di vederle in “cattività”, come se fossimo ad un parco faunistico, una volta definito “zoo”.
Ecco il motivo del mio singolare titolo; mi piace paragonare questa terrazza ad una “gabbia aperta”, dove noi spettatori, possiamo vedere all’opera, indisturbati, i nostri amati aerei ed assistere a tutte le manovre al suolo che notoriamente da questo livello non si possono vedere. Un vero plauso va anche all’organizzazione aeroportuale che, con una cifra simbolica, consente a chiunque di fruire di questo spettacolo. A questo compenso va ovviamente aggiunto tutto l’indotto dei parcheggi, degli alimenti consumati, della pubblicità gratuita che ne deriva.
Giusto per fare due conti, abbiamo sempre tenuto d’occhio gli autobus che facevano la spola lungo il percorso della terrazza, ed abbiamo notato che erano praticamente tutti pieni; 50 persone a tratta, niente male! Se a ciò sommiamo anche gli spotting points esterni con i punti ristoro, a Zurigo, il turismo aeroportuale (spotting ndr) è un business. Inutile dire che di fronte a tanto splendore, non ci siamo più mossi dalla terrazza che ci ha regalato degli scatti davvero inediti.
Complici il caldo sole, l’aria “pulita” e la compagnia di sempre, questa esperienza ci è servita per meditare più che mai sul significato della nostra attività che qui ci fa sentire davvero appagati.
A questo punto su Zurigo abbiamo forse detto tutto; non credo ci sia altro da migliorare o a aggiungere; la perfezione non esiste ma qui ci siamo davvero vicini. Spesso di dice che l’erba del vicino è sempre più verde …. In questo caso, senza alludere al verde lussureggiante dei prati svizzeri, possiamo davvero solo invidiare i nostri cugini d’oltralpe.
Ritornando al titolo iniziale dell’articolo e senza troppo scherzare, a Zurigo esiste davvero uno zoo famoso in tutta Europa. Bene, vorrà dire che la prossima volta, la scusa per tornare a Zurigo Kloten, sarà davvero la visita ad uno zoo!
Davide Daverio
GALLERIA FOTOGRAFICA di Ricardo Baldassarre
Gli spotting point toccati con la disposizione delle piste
Qualche foto dal classico Spotting Point: Heligrill
Lo ammettiamo, siamo qui per questo aereo! Dovevate vedere quanta gente a vedere la nuova regina dei cieli
Altra chicca, l’ultracolorato special libery San Francisco di Swiss
Il gruppo vacanze Clipper, da sinistra
Renato Avanzini, “Davide Botturi”, Fabio Zocchi, Davide Daverio, Daniele Cito e Ricardo Baldassarre