Venerdì 25 Gennaio ha avuto luogo come previsto a Malpensa la conferenza stampa dove Giorgio De Salve Ria, unitamente a Roger Zanesco di Aeroporti Lombardi e Marco Gazzetti di Malpensa Spotter Group, ha evidenziato gli aspetti di una vicenda che ha fortemente condizionato le aspettative dell’intera comunità di appassionati italiani di aviazione civile.

Il coinvolgimento della stampa si è reso necessario non solo per denunciare il silenzio di Enac a fronte delle nostre istanze, ma anche per sottolineare che questa intollerante forma di repressione deve necessariamente essere rivista poiché lesiva degli interessi di una collettività, quella di appassionati, spotter e studenti, peraltro a Malpensa ben definita e conosciuta soprattutto dal Gestore aeroportuale e dagli Organi delle FF.OO., in particolare, dalla Pubblica Sicurezza, che conserva un dossier ben strutturato a testimonianza della continuità e dell’affidabilità delle nostre attività di sempre.

Ci siamo chiesti: dopo 20 anni Enac solo ora ha notato la nostra pregiudizievole presenza in aeroporto? E’ questo il vero motivo del divieto? Perché escludere studenti e spotter dall’accesso in area aeroportuale quando il Regolamento 185/2010 della Commissione Europea non lo prevede? Quale può essere la fonte normativa che ha ispirato tale decisione? E infine, perché questa controtendenza di Enac e dell’Italia rispetto alla opposta politica di promozione presso il resto degli aeroporti europei? Quali sono le vere motivazioni di questo atteggiamento?

La notizia ha fatto il giro del mondo e ormai, anche volendo, è tardi per rimediare, piuttosto, meglio l’ortodossia italiana di un divieto che solleva dal peso delle responsabilità, ché un più prudente approfondimento della questione tra Associazioni, Gestore Aeroportuale e Forze dell’Ordine.

Enac sostiene che il divieto deriva da una “interpretazione degli handbook degli ispettori europei”; chissà perchè, ci chiediamo, gli ispettori europei hanno stranamente visitato solo Malpensa.

Ma noi, noi italiani siamo ancora più previdenti: perché non proporre alla Commissione Europea di “richiamare all’ordine” le direzioni di quegli aeroporti eccessivamente “emancipati”? Non dimentichiamo che da essi originano centinaia di voli “a rischio spotter e studenti” diretti in Italia. Accettiamo scommesse…

A parte la battuta che ci aiuta a sostenere il nostro umore e sdrammatizzare in parte questa nostra esasperazione, nel corso della conferenza stampa, oltre alle argomentazioni più volte sostenute in precedenza come i danni alla cultura aeronautica e alla mancata interazione scuola – lavoro, non è mancata per la prima volta, a causa dell’interruzione delle attività in questione, la quantificazione reale dei danni subiti dall’indotto per il 2013.

  • Mancate presenze di studenti in visita: 15.000 unità
  • Mancati introiti Alberghieri di ospiti nazionali ed esteri: € 50.000
  • Mancati introiti Ristorazione: € 50.000
  • Mancati introiti Autonoleggio: € 12.000
  • Non compare la voce “Trasporto Treno-Aereo”

L’esempio di Francoforte è emblematico per l’eccezionale organizzazione e per l’orgoglio degli addetti ai lavori nel valorizzare e massimizzare il senso dell’ospitalità all’interno di un progetto turistico aeroportuale, una grande offerta di servizi ben strutturati, a differenza di ciò che solo quì in Italia, e a Malpensa in particolare, era ben collaudato e qualcuno ha avuto l’arroganza di interrompere e bandire come pericoloso per la sicurezza aerea.

Alla luce di quanto illustrato nella conferenza stampa, crediamo doveroso proseguire nella nostra protesta, principalmente perché non ci riteniamo così pericolosi per la sicurezza aerea da essere specificatamente inseriti nel P.N.S. nazionale; piuttosto siamo “custodi” dei nostri aeroporti e collaborativi con le Forze dell’Ordine a difesa delle infrastrutture aeroportuali, delle compagnie aeree ed in primis dei passeggeri e degli equipaggi.

Il nostro progetto è stato precursore rispetto ad altri scali esteri i cui Gestori immediatamente hanno percepito i vantaggi socio-economici derivanti da queste attività promozionali che non sono poi così marginali per un grande aeroporto.

Inoltre vogliamo che questo nostro Paese torni presto ad essere rispettato e non più schiavo di quell’ostile burocrazia, ha sostenuto Roger Zanesco, fatta di un sistema avulso dalla minima volontà di assumere le più basilari forme di responsabilità.

Naturalmente noi non ci fermiamo e poiché siamo una comunità di “persone” che civilmente svolgono le loro dignitose attività fotografiche e di archivio storico delle compagnie operanti, oltre che di osservazione degli innumerevoli spunti tecnologici utili alle scuole, andremo ad approfondire l’argomento utilizzando ogni percorso possibile ed eventualmente manifestando anche presso le sedi centrali.

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