“Il pompiere paura non ne ha!”
Recita così una popolare canzonetta che circola tra la popolazione comune, devota e grata al Corpo dei Vigili del Fuoco per l’instancabile e preziosissimo contributo alla comunità. Come dice la parola (e fin dall’antica Roma), caratteristica peculiare dei Vigili (Vigiles, all’epoca di Giulio Cesare) è quella dello spegnimento degli incendi. La gita che ha organizzato l’Associazione Goa Spotters, con la partecipazione dell’81° Club Frecce Tricolori di Ghemme e di Clipper, all’aeroporto di Genova lo scorso 8 Giugno, ci ha portati, però, all’interno di un nucleo particolarissimo dei Vigili del Fuoco, quello degli addetti allo spegnimento degli incendi su vasta area (come quelli boschivi) con l’utilizzo degli aerei Canadair.

La base operativa di Genova ne è particolarmente ricca, infatti nella stessa sono ospitati diversi mezzi pronti a partire in caso di necessità. Un simpaticissimo comandante ci ha spiegato le caratteristiche tecniche di questo mezzo aereo, dalle forme decisamente poco estetiche ma estremamente versatili, funzionali, maneggevoli e munito dei dispositivi più avanzati per il tipo di intervento che è chiamato a svolgere. Basti sapere che può planare sull’acqua e, tramite la semplice apertura di quattro paratie posizionate sullo scafo dell’aeromobile, riempire tramite il normale flusso fisico dell’acqua i due enormi serbatoi posizionati
all’interno. Ali, impennaggio di coda, superfici e galleggianti sono studiati e realizzati a mano tramite profilati in alluminio, facili da sostituire in caso di rottura. Ci vorrebbero pagine e pagine per descrivere in modo completamente esaustivo questo incredibile mezzo (attrezzato peraltro anche per missioni SAR – Search and Rescue); una curiosità deriva però dal loro nome, Canadair, proprio perché impiegati nell’enorme Stato nordamericano per lo spegnimento degli incendi nelle sue estesissime aree boschive.

Il Grifone sulla coda
Dopo i Vigili del Fuoco, è stata la volta della Guardia di Finanza. A Genova, il Corpo ospita un elicottero AW169 altamente tecnologico e dotato delle più moderne e sofisticate attrezzature per il soccorso e le missioni SAR a cui anche questo Ente è chiamato. La divisione SAGF (“Soccorso Alpino Guardia di Finanza”) è infatti specializzato in tali attività, oltre a quelle precipue di istituto e di controllo del mare unitamente alle unità navali. Dietro ad una consolle di pilotaggio degna di quelle del più moderno aeroplano, è attrezzata una postazione video di altissima tecnologia, dotata di ogni tipo di attrezzatura per l’identificazione delle vittime da soccorrere o dei mezzi da controllare nel corso dell’attività operativa. Sulla livrea, colorata con i colori tipici del Corpo, campeggia un enorme grifone, animale mitologico simbolo appunto della Guardia di Finanza.

Un ciclo di operazioni frenetico e precisissimo
L’ultima ma non meno importante tappa della gita ha riguardato le operazioni di scarico e carico nonché sbarco ed imbarco di un Airbus A320 della compagnia Volotea, atterrato e poi ripartito dall’aeroporto di Genova. Difficilmente si può assistere così da vicino ad una serie di operazioni estremamente frenetica ma
che deve rispettare tempi precisi e ristrettissimi imposti dalle compagnie. Tendenzialmente, nel giro di 30 minuti un aereo deve essere rifornito di carburante, i passeggeri ed i bagagli sbarcati completamente ed i nuovi passeggeri e bagagli imbarcati, controllati e verificati come numero e presenza. In particolare,
entrambi passano diverse fasi di verifica incrociata in modo da avere una perfetta corrispondenza tra chi viaggia e quanti bagagli porta. La sicurezza deve infatti essere costantemente garantita, perciò si tratta di un lavoro davvero delicatissimo e svolto in tempi serrati e ristretti.

Successivamente l’aeromobile, agganciato da un mezzo simpaticamente chiamato “aragosta” viene sollevato e pushato, ossia spinto, sulla pista di rullaggio. Tutto ciò avviene tramite un agente di rampa che resta sempre in contatto con torre di controllo ed equipaggio e che supervisiona le operazioni. D’ora in poi l’aereo potrà, sempre dopo autorizzazione della torre e staccatosi dal mezzo di aggancio e dal rampista, rullare fino alla pista e poi decollare verso la propria destinazione.

In conclusione, abbiamo davvero vissuto una giornata emozionante e molto istruttiva che ci ha svelato, grazie alla disponibilità infinita dello staff dell’aeroporto di Genova, tanti “dietro le quinte” di un mondo così particolare, entusiasmante e variegato.

Testo di Francesco Reina – Foto di Carlo Marcora