Aeroporto militare di Cameri: una struttura così importante per l’Aeronautica Militare, così strategica e fondamentale per la Difesa e l’intero sistema-Paese, così vicina eppure lontana e misteriosa. Stavolta ci siamo superati: l’abbiamo visitata! Infatti, nella giornata (caldissima!) di Lunedì 16 Giugno, l’Associazione Clipper, grazie alla propria Presidente Elisa Rubino, unitamente ad alcuni membri dell’81mo Club Frecce Tricolori di Ghemme, ha organizzato una gita all’interno di questo straordinario sedime aeroportuale. Accompagnati dal Primo Luogotenente Stefano Romano, gli Associati che hanno potuto approfittare di questa incredibile occasione, hanno osservato da vicino alcune chicche, di cui tra poco vi racconterò, che hanno superato ogni aspettativa e che rappresentano il sogno di ogni amante dell’Aeronautica e dei velivoli militari in generale.


All’inizio ci siamo riuniti di fronte ad un evocativo monumento commemorativo, dove una dea Minerva, rappresentata in tutta la sua bellezza ed indicante alcune aquile in volo, fa da cornice ad un lungo elenco di piloti brevettati dalla famosa industria Gabardini. La nostra guida, il preparatissimo e davvero appassionato Primo Luogotenente Walter Berardi, ci ha illustrato alcune peculiarità del monumento in cui figura un ospite davvero illustre: un certo sig. Panini, pilota anch’egli, ma anche padre e marito dei futuri fondatori della più famosa azienda produttrice di figurine al mondo.
Da questa stupenda e toccante stele commemorativa, affiancata da un’ importante dedica del celebre poeta e pilota Gabriele D’Annunzio, ci siamo spostati all’interno del piccolo ma ricchissimo museo dedicato alla storia dell’Aeronautica Militare. Ah, piccolo particolare che dall’emozione stavo quasi dimenticando: tutto il piazzale su cui si affacciano il museo ed il monumento, sono letteralmente invasi da velivoli militari storici di grande pregio e valore, esattamente come l’F-104 in livrea “tiger” che accoglie i visitatori all’ingresso. Quest’ultimo ha avuto l’onore di partecipare al Tiger Meet della NATO, una rassegna fondamentale per i Paesi aderenti i cui reparti delle rispettive aeronautiche hanno, come emblema, uno degli animali più belli ed evocativi al mondo, la tigre appunto.
Ma torniamo a dove eravamo rimasti: il museo. Sinceramente, non ho mai visto una tale raccolta, peraltro ordinata e presentata in modo impeccabile, di cimeli aeronautici così particolari in vita mia. Uniformi originali indossate da piloti in carne ed ossa, ricostruzioni, libri, brevetti, medaglie, stendardi, memorabilia di ogni genere, pezzi meccanici, diplomi, modellini, kit medici (da ex soccorritore questi ultimi mi hanno particolarmente impressionato) e, non ci crederete, una vera e propria piccola enoteca dedicata ai più famosi vini marchiati Aeronautica Militare, tra cui anche quello celebrativo del Centenario, occorso nel 2023. La nostra guida, una vera e propria fonte di informazioni, cultura e simpatia, ci ha raccontato tutto ma proprio tutto ciò che caratterizza gli oggetti esposti e trasmesso quel brivido che solo la storia di un’Arma così prestigiosa possiede.
Ultimata, con una raffica di acquisti presso l’adiacente libreria, questa bellissima esperienza, siamo passati ad un altro reparto. E qui sono certo che chiunque legga queste pagine, resterà estasiato almeno come lo siamo stati noi quando abbiamo varcato il cancello del 1° Reparto Manutenzione Velivoli (R.M.V.). Esso è costituito da un enorme hangar dove vengono controllati, riparati e fatta la periodica manutenzione e revisione completa ad aerei come i Panavia Tornado e gli Eurofighter Typhoon. Il nostro “cicerone”, un profondo ed appassionato conoscitore della materia e praticamente di ogni pezzo che compone questi velivoli, il simpaticissimo Primo Luogotenente Antonio Mastrovalerio, ci ha illustrato tutti gli aspetti di queste stupende “macchine”, dai componenti fisici (mobili e fissi) all’avionica.
Due aeromobili di due epoche diverse e dall’approccio, struttura, progettazione, configurazione, funzione ed impiego molto differenti tra loro ma assolutamente complementari. Ci hanno appassionato e colpito entrambi nel profondo, soprattutto quando ci siamo arrampicati sull’apposita pensilina per osservarne i cockpit. Tra miti sfatati e conoscenze acquisite ed approfondite siamo arrivati all’ora di pranzo. E dove siamo andati a mangiare? Di certo non nel parco circostante con panini e bibite ma direttamente alla mensa dei dipendenti dove, circondati da divise e ad un prezzo estremamente economico, abbiamo potuto consumare un pasto di tutto rispetto.
Finito di pranzare, purtroppo, è arrivata l’ora di congedarci dopo aver scattato, però, alcune foto di gruppo che hanno cristallizzato dentro di noi il ricordo di un’esperienza che rimarrà per sempre impressa nella nostra vita di appassionati di aviazione.
Con l’occasione l’Associazione Clipper e gli amici dell’81mo Club Frecce Tricolori di Ghemme, sono infinitamente lieti di ringraziare i Primi Luogotenenti Stefano Romano, Walter Berardi e Antonio Mastrovalerio e tutta l’Amministrazione ed il personale dell’Aeroporto Militare di Cameri, per l’incredibile opportunità che ci hanno concesso e le straordinarie visite di cui mai ci dimenticheremo accompagnati da enorme gentilezza, simpatia, competenza e professionalità.
(Testo di Francesco Reina – Foto di Ufuk Karatas)