Già dal titolo si puo’ intuire quello che e’ stato piu’ un viaggetto in macchina che una intensa seduta di spotting aeronautico. Oddio, se di viaggetto possiamo parlare, perché se a qualcuno viene in mente di raggiungere la sede di Airbus, sappia che sono quasi 1000km solo andata. Credo sia molto meno stancante prendere un A319 di EasyJet e farsi un paio d’ore di volo, vedendo però dall’alto i bellissimi paesaggi della Francia meridionale.

Tutto e’ iniziato dalla voglia di scrutare come e dove vengono costruiti gli aeroplani del consorzio franco-tedesco. Mi ero già fermato, durante un mio precedente viaggio in terra transalpina, alla boutique di Airbus. Li’ avevo saputo dei tour organizzati dalla stessa Airbus attraverso un tour operator dedicato alle visite industriali.

Dal sito www.taxiway.fr, è infatti possibile prenotare tre tour diversi: il tour storico comprendente la possibilità di salire a bordo di un Caravelle, del primo A300 e del Concorde, la visita degli hangar dove vengono costruiti gli A380 e il tour panoramico dell’aeroporto. Io ho prenotato gli ultimi due, rispettivamente a 14 e 10 €.

Arrivo, in compagnia della moglie, a Tolosa verso mezzogiorno di venerdì 22 giugno, dopo circa 6 ore di viaggio e dopo circa 680km, partendo dalla Liguria, mia base. Dopo esserci sistemati in albergo (catena Fast Hotel, molto vicino all’aeroporto, a centri commerciali e anche all’ ingresso delle visite; costo 45€ a notte), mi dirigo alla prima visita, il tour dell’aeroporto.

Premessa: e’ meglio, qualora se ne abbia la possibilità, effettuare le visite in settimana, così da osservare il lavoro certosino che si cela dietro alla costruzione degli aeromobili. La cortesia della signorina della reception fa sì che si parta con il piede giusto! In tutte le visite non è possibile portare con sé nessun tipo di macchina fotografica o videocamera, e ciò è naturale, stante il fatto che si ha la possibilità di entrare in luoghi altrimenti inaccessibili.

L’attesa viene ingannata dalla visita di una sala dove ci sono, appesi al muro, particolari metallici originali di vari modelli. Immancabile il proiettore che mostra anche quello che Airbus sta facendo a livello ambientale. Pochi minuti e mi trovo sul bus che parte alla volta dei palazzi dove ci sono le telemisure, il training center, e dove si trova il centro studi e ricerche.

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Già da qui si puo’ intuire quello che in effetti è: una città nel paese di Blagnac! Proseguendo, entriamo, non senza essere controllati da una solerte guardia, nella zona interna dell’immenso complesso (si estende per 700 ettari), dove ammiro diversi Atr in costruzione, e anche altri quasi pronti alla consegna. Anche la costruzione dei bimotori a elica, del consorzio italo-francese, avviene nello stesso sito di Blagnac. Beh, vedere un aereo che ha un raggio d’azione limitato vestito con la livrea AirCaribbean, fa un certo effetto.

Poco oltre c’e’ la zona, chiamata del Bearn, dove viene costruita tutta la famiglia A320. Anche qui si stagliano livree che in Europa e’ impossibile vedere: AirAsia, Tam, Tiger Airways. Andando oltre c’è la zona di consegna degli aerei finiti (La Raquette), dove si vedono un A333 russo e anche un A330 di Alitalia. Le marche sono ovviamente ancora francesi, ma basta fare un giro si alcuni siti internet bene informati, per recuperare le matricole con le quali l’aeromobile verrà consegnato al cliente. Nello stesso piazzale c’e’ anche la zona dedicata ai prototipi dove si vedono due A320 prototipo con le sharklets, e uno dei 5 A380 in livrea Airbus.

Passiamo ora a vedere l’hangar di costruzione della serie A330-A340. Sono esclusivamente A330 quelli presenti, visto che il quadrigetto non ha piu’ ordini in corso. Comunque abbiamo China Southern, Thai, Qatar e altre compagnie tra i cinque dentro l’hangar e i quattro fuori. Ora il bus si ferma per poter permettere la visione dell’hangar dove arrivano i pezzi per la costruzione di altri A330.

Proprio mentre la guida ci dice che stanno aspettando altri pezzi portati dal Beluga, lo “sgraziato” velivolo costruito da Airbus per lo spostamento di grossi particolari, eccolo in atterraggio, carico di tronchi di fusoliera o altro. L’aereo cargo di Airbus riveste un’enorme importanza nella logistica della stessa Airbus, anche se il progetto A380 non ne può sfruttare appieno le potenzialità. Proprio a lato degli enormi hangar di costruzione del bi-piano, il bus ci riporta alla boutique e la visita è terminata.

Il primo pensiero che mi viene è dato dalla enorme estensione di quello che è il principale, ma non il solo, stabilimento Airbus. Ci lavorano 19000 persone, e si capisce perché Tolosa sia legata a doppio filo al consorzio. A questo punto, riprendo la macchina e, con la moglie, vorrei trovare il luogo da dove vengono scattate la maggior parte delle fotografie che si trovano sui maggiori siti di spotting.

Si tratta di una collinetta a lato sinistro della pista 32L, indicato come punto A nella foto. Per raggiungere il luogo bisogna anche fare circa 100 m di sterrato. Poi, la vista si apre su piste e hangar. Fauna locale? A330 di Virgin Atlantic (c/n 1315, diventato G-VNYC), un paio di A320 di Capital Airlines (c/n 5185, diventerà B-6898), e un A330 di China Airlines. In decollo vedo anche l’A400M militare, l’A343 di Airbus impegnato in chissà quali prove e anche un A333 di Aeroflot (c/n 1323, diventerà VP-BPI), ancora con marche francesi.

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Rimango circa un’oretta sulla collina, e in questo lasso di tempo, gli atterraggi che vedo sono principalmente AirFrance, AerLingus, Lufthansa e altre compagnie come Iberia e Jet2. A questo punto ci portiamo in testata pista 36L (punto C), parcheggiando la macchina davanti a una moltitudine di aerei storici che fanno parte del museo dell’aeroporto e che fanno parte della terza visita che si può fare (Punto B).

Da questa posizione per fotografare gli aerei in atterraggi basta un 70mm o poco più. La visuale e’ aperta, anche se una montagna in terra, pregiudica la visione dei movimenti sulle taxiway. Vedo ritornare l’A340 in livrea Airbus e, tra un atterraggio e l’altro, anche un A320 ancora con la vernice primer verde. Solo a casa scoprirò, tramite il c/n 5200, essere un esemplare destinato a Air Asia Japan.

Un attimo e sono già le 20, mangiamo qualcosa nel centro commerciale, per poi fare un giretto a Tolosa città, sempre multietnica e giovane. La Garonna la attraversa e le dona un fascino notevole. Il primo giorno dedicato a Airbus finisce qui.

Il giorno seguente, sabato, mi attende la visita al sito di costruzione dell’A380. Dopo aver fatto un giretto nel centro commerciale, lascio a malincuore la moglie in mezzo ai negozi (…) e raggiungo la boutique da dove, come al solito, partirà la visita. Per prima cosa entriamo in una sala dove e’ rappresentata la copia della sala delle telemisure che ci mostra il primo volo del gigante a due piani.

Effettivamente la combinazione di tutti gli schermi e telecamere che ci vengono propinate, rende l’idea di quello che i tecnici e i piloti abbiano provato quel giorno (27 Aprile 2005). Usciamo dalla stanza per salire sul bus che, facendo un lungo viaggio (saranno 500 metri…), ci lascia proprio sotto all’ingresso dell’hangar principale di costruzione dell’A380.

Nei piazzali esterni della zona ci sono ben 6 A380 in attesa di essere completati. Si riconoscono dal timone di coda che arriva già verniciato, 3 esemplari di Emirates, uno di Korean, uno di Thai e uno che ha una strana livrea. L’accompagnatrice ci svelerà essere il primo esemplare privato, e anche essere uno dei cinque velivoli test che sono stati costruiti per le certificazioni.

Appena entriamo ci viene spiegato come il progetto A380 sia un vero progetto europeo che vede coinvolte più nazioni, dalla Germania, alla Spagna, all’Inghilterra per finire con la Francia. Tre enormi poster illustrano i vari componenti divisi per nazione, e ci viene spiegato anche la sfida, vinta da Airbus, del trasporto , che si realizza in un trasporto multi-piattaforma. Dalla nave, alle chiatte, fino al trasporto via terra di parti enormi come la ali, che si possono seguire sul sito, davvero ben fatto, a380production.com .

Si prosegue con la parte più ghiotta dell’intera visita. Si sale, mediante tre ascensori, alla parte alta dell’hangar e, dietro enormi vetrate, si può seguire il lavoro degli operai intenti nella costruzione, in questo caso, dell’esemplare n.94 destinato a Malaysia. Questo hangar può contenere fino a tre velivoli contemporaneamente, e, come e’ possibile immaginare, l’ordine e la pulizia regnano sovrani, almeno dall’altezza alla quale mi trovo.

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Usciamo all’esterno su una balconata che rende l’idea degli enormi spazi destinati a questo innovativo progetto. Tornati al bus, compiamo il tragitto inverso, e torniamo verso la boutique, dove la visita termina, non prima di averci fatto entrare in una tensostruttura destinata a ospitare un pezzo di fusoliera dell’A380 con le quattro possibili opzioni per gli allestimenti interni. Questo pezzo era stato costruito per poter mostrare ai possibili acquirenti gli interni, ancor prima della costruzione del primo esemplare.

Dopo aver pranzato, facciamo compere nella boutique, dove si possono trovare una serie pressoché illimitata di gadget tutti a firma Airbus. Anche la sezione modellismo e’ ben fornita, ma solo di velivoli a livrea Airbus. Ci starebbe bene anche una selezione di modellini con le livree delle varie compagnie che Airbus fornisce, completando la dote che il negozio, a tema aeronautico, offre. Beh, il Concorde in scala 1:100 era spettacolare… Prima di acquistare qualcosa, vale la pena sottolineare il fatto che i prezzi sono più alti di quelli che il sito propone, e la cosa e’ quantomeno strana.

E’ giunta l’ora del rientro, mi aspettano 700 km filati, che scorreranno via lisci, con la fermata a Aix en Provence, cittadina il cui centro ricorda le nostre città medioevali, ma con un pizzico di profumo di lavanda nell’aria in più.

Le conclusioni: bella gita, interessanti le visite, e molto particolari i soggetti che possono essere fotografati in questo angolo di Francia.

Ne vale la pena? Per me sì, ma i miei consigli sono due: andateci in settimana, così da cogliere il lavoro frenetico che questa enorme fabbrica ha, e, se non volete arrivare più stanchi di quando siete partiti, programmate qualche giorno in più per una vera e propria vacanza, o andateci in aereo.

Fabio Zocchi

GALLERIA FOTOGRAFICA

Punto A – Collinetta – 43°38’18”N – 1°20’35”E
Punto B – Sotto il sentiero di discesa pista 32L – 43°36’44”N – 1°22’44”E
Punto C – A lato del Museo Heritage – 43°36’45”N – 1°22’30”E
Punto D – Parcheggio a lato della pista 32R (ottimo alla mattina, ma serve una scala) – 43°37’10”N – 1°22’56”E
Punto E – Taxiway utilizzata solo dagli A380 che passa sopra alla D1 – 43°38’42”N – 1°21’21”E

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