A volte accadono cose o si creano situazioni imprevedibili in grado di stravolgere tutti i nostri programmi. Spesso sono cause naturali e malgrado tutta la tecnologia di cui disponiamo per qualche giorno ci dobbiamo rassegnare ed attendere che tutto torni normale.

E’ un pò quello che è accaduto nei giorni a cavallo del week end del 18 aprile quando un per noi remoto e sconosciuto vulcano dell’ Islanda, è tornato prepotentemente in attività vomitando in atmosfera migliaia di tonnellate di polvere e per motivi di sicurezza tutti gli enti europei di controllo del volo hanno bloccato ogni attività. Se tutto questo può sembrare eccessivo, è doveroso ricordare che qualche anno fa un Jumbo della KLM finì dentro la nube di materiale eruttato da un vulcano dell’ Alaska, e questo provocò lo spegnimento dei motori.

Come si è detto il fatto sensazionale è stata la totale chiusura di tutti gli spazi aerei in Europa che verrà ricordata per i disagi ai viaggiatori: chi costretto a rimandare un importante viaggio di lavoro, chi a rinunciare alle tanto sognate e programmate vacanze, chi si trovava a migliaia di chilometri da casa impossibilitato a tornare. Ma verrà ricordato anche per il problema creato agli uomini politici di tutto il mondo impossibilitati a recarsi in Polonia per il funerale del Presidente deceduto a causa di un incidente aereo oppure per la trasferta della squadra di calcio del Barcellona costretta a raggiungere a Milano in autobus.

Questo per indicare quanto sia stata una decisione senza deroghe ed eccezioni.Noi appassionati dell’ associazione Clipper abbiamo vissuto un giorno particolare che ricorderemo a lungo. Lunedì 19 aprile è una delle date fissate con molti mesi di anticipo per il consueto ingresso mensile in aeroporto per un gruppetto di fotografi ed appassionati di aerei, opportunità che in Italia attualmente è offerta solo da Clipper. Nei giorni precedenti, vista la decisa virata della situazione (per stare in tema aeronautico) verso un blocco totale dei voli, si sono sprecati i messaggi e le telefonate cariche di dubbi circa la situazione che avremmo trovato. Ma poi visto che la giornata di ferie ormai era staccata, il meteo incredibilmente era favorevole ed anche la situazione relativa al vulcano sembrava dovesse gradualmente rientrare, ci siamo trovati come le altre volte in coda al metal detector impazienti di entrare in piazzale.

Oltre tutto, la situazione anomala sembrava offrire dei grossi vantaggi sotto forma di aerei “sexy” che solitamente non operano a Malpensa ed oggi costretti a sostare in brughiera. L’ atmosfera tra noi era quella di attesa alla vigilia di Natale, con tanti pacchi da scartare sotto l’albero. Qualche decollo ed atterraggio ci illudono che tutto è tornato alla normalità, e purtroppo per loro si illudono anche i passeggeri del volo Livingston per il Messico, prima fatti imbarcare e poi fatti scendere dall’ aereo quando verso le ore 10 arriva la notizia che l’ aeroporto è chiuso per tutto il giorno. Certo in rapporto ai disagi dei viaggiatori ed ai problemi economici ed organizzativi che devono affrontare le compagnie aeree, la nostra non è una grande perdita. Per oggi niente immagini di decolli con getti ribollenti ed ali che flettono aggrappandosi all’ aria, e niente atterraggi con spettacolari fumate dai carrelli. Oggi ci dedicheremo alla classica foto da spotter, con l’ aereo inquadrato perfettamente di lato ed i soggetti interessanti non mancano.

Come l’ aeroporto viene dichiarato chiuso appare evidente a tutti i presenti un paradosso: il giorno precedente tutti i telegiornali titolavano “caos negli aeroporti” e invece noi ci troviamo immersi in una calma che definire surreale è poco. Il solo rumore che si sente è quello della brezza primaverile e le nostre voci risuonano con un eco strano. Nessun veicolo o quasi circola sui piazzali e questo fa riflettere sulle conseguenze che un blocco simile provoca ad un organismo complesso quale è un grande aeroporto intercontinentale: trasporto passeggeri e bagagli, carburante, catering, pulizie tanto per citare qualche elemento, tutto è fermo. Forse ne approfittano gli addetti alla manutenzione degli aerei che per qualche ora possono lavorare con calma. Non ci resta che partire stivati dentro il mini bus fornito dalla SEA. La situazione ci consente di scegliere con tutta tranquillità quali aerei andare a fotografare prima o dopo con le condizioni di luce ideali tanto oggi non sarebbe scappato nessuno.

Di aerei parcheggiati ce ne sono davvero tanti e secondo le zone dove ci troviamo sembra di essere in qualche altro aeroporto: davanti al T1 l’atmosfera è decisamente teutonica con una fila di code blu con la cicogna gialla. Al T2 si potrebbe pensare di trovarsi a Gatwick con una ventina di A319 bianchi e arancio della Easyjet che occupano quasi tutte le piazzole disponibili. Alla cargo city domina la Singapore Airlines Cargo con quattro maestosi B747 Mega Ark. Altre perle del giorno della serie “chissà se mai li rivedremo a Malpensa” sono i due 777 di American Airlines e della TAM. E anche un ospite fisso, tra l’ altro l’ unico B747 passeggeri schedulato regolarmente sullo scalo lombardo, l’ aereo della JAL viene assaltato di scatti da tutti i presenti. Ma due velivoli al termine della loro vita operativa commuovono tutti noi soprattutto per il diverso destino che li attende: l’ MD80 Alitalia I-DATL e un DH 100 Vampire.

Il primo ha trasportato milioni di passeggeri in giro per l’ Italia e mezza Europa ed ora è mestamente parcheggiato in attesa di un improbabile acquirente. Niente più decolli tonanti con il muso puntato verso il cielo, gli verranno asportati apparati e pezzi vari come ricambi per i suoi fratelli, la fine più triste per un velivolo. L’altro il Vampire, aereo da caccia della guerra fredda al contrario è in ottime condizioni ed attende solo la sua definitiva collocazione presso il parco museo di Volandia. Proseguendo il nostro tour in giro per l’ aeroporto arriviamo in un punto assolutamente vietato in un qualsiasi altro giorno, e cioé la zona immediatamente a ridosso della pista 35R dove passiamo svariati minuti a fare foto ricordo tra le luci del Calvert ed a discutere su quale sarà lo spotting point più favorevole quando il prossimo 29 luglio finalmente atterrerà a Malpensa l’ A380 della Emirates.

La fermata successiva del Clipper bus è presso la cargo city ed anche qui la situazione appare subito anormale: le aeree adiacenti ai magazzini sono intasate di palletts in attesa di essere caricati nelle stive. Tra le merci spiccano alcuni grossi motori turbofan e qualche esclusiva automobile sportiva avvolta nel cellophane. Ed il cellophane protegge anche i motori di molti aerei in sosta e questo mi fa ricordare l’ atmosfera di luoghi come Marana in Arizona dove vengono stoccati i velivoli alla fine della loro vita operativa. Ma osservando bene gli aerei di oggi si nota che le estremità alari pendono pesantemente verso il basso, segno che i serbatoi sono stati riempiti ed appena lo spazio aereo verrà riaperto, saranno pronti a decollare. Anche qui mettiamo da parte i teleobiettivi con focali a tre cifre ed usiamo le lenti più corte che abbiamo, incredibilmente oggi il nostro problema è che siamo troppo vicini agli aerei. Si sprecano le foto ricordo a pochi metri dai B747 e i dettagli a winglets, code e carrelli.

Alle 16 abbiamo fotografato tutto quello che c’ era da fotografare. E’ un vero peccato sprecare le ore di luce che ancora mancano al tramonto senza poter catturare più nulla. Ma comunque nella sua calma desolata è stata una giornata senza dubbio ricca e particolare, e che ricorderemo per molto tempo in futuro.