Marco Dapino ha lavorato per giorni sulle piste di atterraggio. Ha scrutato e fotografato i linguaggi dei tracciati segnaletici svelando un lato nascosto dell’aeroporto.

Si chiama Airport Signs il progetto del giovane fotografo milanese Marco Dapino dedicato all’aeroporto di Malpensa. Un lavoro di ricerca iconografia sull’area delle piste aeroportuali, su un linguaggio di tracciati e segnaletiche perfettamente standardizzato, rigoroso ma al contempo, oscuro al comune viaggiatore. Il paesaggio che ne esce è fortemente grafico in cui la staticità regola il movimento, con i suoi codici.

Come nasce l’idea di un lavoro dedicato al mondo dei trasporti?
L’idea nasce da una collaborazione  con la Consulta regionale lombarda dell’Ordine degli Architetti. Ci interessava lavorare su questo tema e sul territorio milanese. Quindi è uscito un lavoro autorale diviso in tre sezioni che comprende aeroporti , ferrovie e strade.

Una parte del tuo lavoro approfondisce l’aeroporto di Malpensa. Perché?
Prendere un aereo è ormai un’azione molto comune, entrata nelle consuetudini di viaggio di molti. Se un tempo infatti, il volo aereo era esclusiva di pochi o riservato a viaggi di lunga tratta, ora la categoria dei suoi utenti si è notevolmente ampliata, le destinazioni moltiplicate e le abitudini modificate. Gli aeroporti sono entrati nella quotidianità collettiva, si sono ingranditi e plasmati ad esigenze nuove. L’idea del viaggiare passa attraverso loro, luoghi di transito, di attesa, di burocrazie controlli, ma anche di svago e shopping. Luoghi sempre più famigliari e confortevoli dunque, ideati anche per rassicurare e allontanare l’atavica paura di volare, o quella più tragicamente contemporanea degli attentati terroristici.

Quanto tempo hai lavorato nello scalo?
Tra sopraluoghi e giorni di ripresa, direi una settimana lavorativa.

Qual è l’aspetto che più ti ha colpito?
È difficile soffermarsi solo su uno. Gli spazi immensi, i suoni alienanti e lo strano scandire del tempo sono tra le cose che mi hanno impressionato di più di questo microcosmo.
Se dovessi definire Malpensa con un aggettivo, quale useresti?
Magnetica

Hai avuto bisogno dei permessi particolari?
Sì, avevo i permessi per poter lavorare proprio sulla pista di decollo/atterraggio e il piazzale. Mi ha sempre accompagnato il personale delle relazioni esterne.

Hai lavorato sull’iconografia dei segni aeroportuali, un linguaggio fatto di simboli e colori. Qual è il risultato della tua ricerca?
Il risultato è una ricerca visiva basata appunto su codici e colori che ripercorrono geometrie che disegnano lo spazio dove la staticità regola il movimento.

Le opere di Marco Dapino sono in mostra RB Contemporary di Milano fino al 6 aprile.